In Italia ogni anno vengono prodotte circa 31 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Il 21% dei rifiuti è costituito da scarti di cucina e sfalci di giardinaggio.
Per ridurre e recuperare questa enorme quantità di scarti è possibile trasformare i rifiuti in compost.
Scopri con noi di Aprica tutto quello che c’è da sapere per iniziare a fare compost fai da te grazie alla nostra guida al compostaggio domestico!
Il compostaggio è un processo biologico di stabilizzazione aerobica (ovvero che necessita di ossigeno) dei rifiuti organici.
Gli scarti organici grazie all’azione di batteri, funghi e insetti contenuti nel terreno, si decompongono trasformandosi in soffice terriccio ricco di humus.
Tutto il processo avviene in tre fasi:
Per dare inizio al processo, si procede con la preparazione di una miscela in cui è già particolarmente importante il rapporto tra carbonio e azoto.
Si può avviare il processo anche con colture di batteri azotofissatori o di miscele di inoculi batterici, enzimi e sostanze minerali. Sono ottimi starter anche piante come le ortiche falciate prima della fioritura o la consolida maggiore fresca.
La degradazione dei materiali organici procede rapidamente e con temperature elevate. In 2-3 giorni l’interno della massa di rifiuti raggiunge temperature anche superiori a 60 °C. Ciò indica un buon andamento della trasformazione che permette l’eliminazione di eventuali organismi patogeni presenti nel materiale organico e inibisce la germinazione di semi infestanti (igienizzazione del compost).
Le temperature diminuiscono gradualmente. Trascorse alcune settimane si assestano su valori prossimi alla temperatura ambiente. Ciò è dovuto all’esaurimento delle sostanze più prontamente utilizzabili dalla trasformazione biologica della fermentazione aerobica.
Per ottenere un risultato migliore è utile servirsi di una compostiera e mantenere la massa del compostaggio ben aerata, miscelando gli scarti di cucina (come avanzi di cibo, bucce della frutta, scarti di ortaggi, fondi di caffè, ecc) insieme a scarti asciutti e legnosi, come foglie secche.
Qui di seguito puoi trovare tutte le informazioni su cosa inserire e cosa non inserire nella compostiera.
Avanzi di frutta e cibo sia cotti che crudi, filtri di tè e fondi di caffè, rifiuti in carta come tovaglioli e sacchetti (anche unti), piante da vaso, fiori e terriccio, letame, peli, piume, trucioli di legno, fogliame (sminuzzato per abbreviare i tempi di decomposizione) ed erba tagliata (appassita e a piccoli strati), scarti dell’orto, siepi opportunamente sfibrate, piante senza semi, cenere.
Avanzi di pesce, carne e salumi*, croste di formaggio, sterco di maiali e di altri animali, foglie di castagno, pioppo, noce, betulla, acacia e magnolia, erba tagliata, erbacce con semi.
*Coprirli con un po’ di terra in quanto potrebbero attirare insetti e altri animali indesiderati.
Noccioli e gusci di noce, bucce di agrumi, ossa, carne e pesce in grande quantità, contenitori in cartone accoppiato, carta inchiostrata, patinata o plastificata, filtri di aspirapolvere, olio, gomma, tessuti sintetici, fogliame stradale, tessuti in fibra naturale, lino, canapa, cotone, lana**, piante malate e trattate con pesticidi e plastiche biodegradabili.
**Sono biodegradabili, ma spesso tinti con coloranti sintetici e quindi lentamente decomponibili.
La formazione del compost richiede dai 2 ai 12 mesi, in base al grado di maturazione desiderato: il compost più “fresco” è adatto alle aiuole e per l’orto mentre quello più maturo è ideale per le piante d’appartamento.
Fare compost aiuta l’ambiente e contribuisce a una maggiore sostenibilità perché permette di ridurre l’effetto serra e il biogas, in quanto il carbonio viene trattenuto nel suolo.
Inoltre, il compostaggio domestico fa bene anche all’orto e al giardino, perché permette di ottenere fertilizzante di qualità e utilizzare il compost fai da te migliora le caratteristiche del terreno e permette di evitare il ricorso a concimi chimici e pesticidi.
Vuoi iniziare anche tu a fare compost? Scopri di più con la nostra guida al compostaggio domestico!